Arnaldo da Villanova, uno di noi.

Arnaldo da Villanova nasce nel 1235, se in Francia o in Spagna non è chiaro, ma lì, sul confine, da qualche parte.
Quando andò a fare la carta d’identità, alla famosa domanda alla quale nessuno sa mai cosa rispondere, lui disse: “Scrivi Alchimista!”

Tutti noi dovremmo avere un suo santino nel portafoglio, un piccolo altarino domestico tra salone e cucina o una sua statua ad altezza naturale in giardino. In base alle possibilità economiche, logistiche e ceto sociale, si intende.
Presto capirete perché.

Scrivi Alchimista!

Alchimista insomma. Era un’epoca in cui l’alchimia raggruppava un po’ tutte quelle cose di cui non si badava il popolo e che facevano un po’ intellettuale. Qualcuno a cui non era simpatico lo definiva radical-chic. Il nostro Arnaldo dunque studiava medicina, fisica, botanica e all’apice della sua carriera si occupò della salute di pontefici e monarchi, tra i quali Innocenzo V, Benedetto IX, Roberto di Napoli e Federico II. Oggi, insomma, avrebbe operato la caviglia di Totti a Villa Stuart.

Ma cosa ha fatto di così importante per noi il caro Arnaldo? Perché qui al Cratere abbiamo pronta la sua edicola votiva?

Tutti noi dovremmo avere un suo santino nel portafoglio, un piccolo altarino domestico tra salone e cucina o una sua statua ad altezza naturale in giardino.

Era il 1310, aveva compiuto 75 anni e teneva mezz’ora libera, visto che papi e monarchi stavano tutti bene. Si dedicò così alla sua opera più celebre, il Liber de Vinis nel quale riportò il suo innovativo metodo di distillazione con alambicco e raccontò i benefici del prodotto ottenuto – l’acquavite, capace di “allungare la vita, ripulire i cattivi umori, rivitalizzare il cuore e mantenere giovani”.

Standing-ovation e 92 minuti di applausi. Il libro sarà poi un best-seller per oltre due secoli.

Tutto bello, ma c’è un problema: la Chiesa Cattolica Romana, la cui sede, tra l’altro, sotto Clemente V era stata trasferita in Francia (aeeej!).

Seduti al bancone del bar sotto casa, e appena sbocciata una bella DomPero, i vescovi francesi erano tutti d’accordo: il monopolio della salvezza di mente e spirito spettava a loro.
Arnaldo fu accusato di eresia, gli sequestrarono la carta di identità e gliene diedero una nuova dove c’era scritto solamente “Fisico”.
Dovette lasciare Spagna e Francia, prese casa a Castello di Montalbano Elicona, vicino Messina.
Si integrò presto: continuò a bere di nascosto al Bar Sport e raccontava la sua storia ai vecchietti del circolo di bocce, che non gli credettero mai.